



L'Aceto Balsamico
ha radici antichissime.
L’aceto è un condimento dalle origini antiche, sembra che già le prime civiltà mesopotamiche lo usassero nel 3000 a.C.
Le tecniche di cottura del mosto, la base del processo di creazione dell’aceto, sono state successivamente migliorate prima dagli Egizi, poi dai Romani.
Virgilio ne parla infatti nelle Georgiche, nel I secolo d.C., trattando nel particolare della cottura del mosto nelle zone di Modena, probabilmente la prima testimonianza dell’antenato di quello che diventerà poi l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P.
Nel Medioevo l’Aceto Balsamico vede ulteriori rivoluzioni nel processo produttivo, si abbandonano le anfore in terracotta e si passa alle botti in legno, ma è con l’Età Rinascimentale che viene per la prima volta trattato come un prodotto adatto ai palati raffinati degli aristocratici.
Una prelibatezza apprezzata da
duchi e imperatori
L’evento scatenante della nascita dell’Aceto Balsamico di Modena si può far risalire al 1598, anno in cui Modena diventa capitale del Ducato Estense.
In quell’occasione, nobili da tutta Italia portarono i loro Aceti in dono alla famiglia Estense e, con essi, le loro ricette. Ricette tradizionali che nel corso degli anni si mischiarono a quelle locali creando prodotti sempre più simili all’Aceto Balsamico Tradizionale che conosciamo oggi.


Alla corte
degli Estensi diventa “Balsamico”
Il processo è lungo, la prima menzione ufficiale di “balsamico” nella cantina degli Este risale 1747. L’Aceto Balsamico è famoso nel Ducato e ha estimatori nelle corti di tutta Europa, ma è con l’Unità d’Italia che viene universalmente riconosciuto come prodotto pregiatissimo.
Il re Vittorio Emanuele II, amante del Balsamico, prese i migliori aceti emiliani per mandarli in Piemonte ed incaricò l’agronomo modenese Francesco Agazzotti di mettere per iscritto le indicazioni su come conservarlo e produrlo.
Nasce il Disciplinare dell'Aceto
Balsamico Tradizionale di Modena
Le lettere di Agazzotti sono alla base del primo disciplinare dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena redatto dalla Consorteria dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P. nel 1967.
Nel 1986 per l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena è stato riconosciuto il DOC ed il 17/04/2000 è stato riconosciuto D.O.P. dalla Comunità Europea.
La bottiglia tipica a forma sferica con base rettangolare, denominata Bottiglia Giugiaro, è unica ed obbligatoria per legge, come da disciplinare, è sigillata da contrassegno numerato.
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